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Angelo Sorato: “La mia personale ricerca non era più rivolta alla forma musicale ma al Suono in se stesso”.

Era il 2006 e mi trovavo ad attraversare un periodo di cambiamento e di profonda crisi personale. Cresciuto in un ambiente musicale, fin da piccolo mi ero avvicinato a diversi strumenti, ma da sempre ero stato attirato dalla voce e dal suono degli strumenti a fiato. Il jazz, in tutte le sue forme, era la musica che avevo sempre ascoltato e che mi aveva fatto decidere di suonare il sassofono.

Ma in quel momento gli interessi che fino ad allora mi avevano accompagnato sembravano spegnersi e sentivo di dover cercare qualcosa di diverso. La Musica mi aveva già salvato molte volte ed in qualche modo sapevo che ancora una volta non mi avrebbe tradito. Solo in seguito realizzai che non mi interessava più un determinato genere e che la mia personale ricerca non era più rivolta alla forma musicale ma al Suono in se stesso. Iniziai ad ascoltare generi e stili musicali diversi, cercando di andare oltre alle mie preferenze e ai miei pregiudizi, avvicinandomi così a realtà molto diverse da quelle che conoscevo. Cominciai a provare il gusto di scoprire suoni nuovi che sembravano liberarmi dagli stereotipi che col tempo erano diventati delle barriere al mio sviluppo musicale, ma che allo stesso tempo mi facevano avere un punto di vista completamente nuovo su quanto già conoscevo e me ne facevano rinnamorare. In quegli anni non era però facile avere accesso all’ascolto di generi e strumenti musicali che non appartenessero al mondo occidentale. Quando sentii per la prima volta il suono del flauto bansuri provai una specie di risveglio interno, realizzando immediatamente che quello era il suono che stavo cercando e che stranamente riconobbi subito come a me familiare. Scoprii poi che questa è l’esperienza che molte persone fanno, specialmente i bambini, quando ascoltano questo strumento per la prima volta. C’è qualcosa di ancestrale nel suono del bansuri che fa ci vibrare dentro in quanto esseri umani.

All’epoca non era così semplice procurarsi uno di questi strumenti e soprattutto trovare qualcuno capace di suonarlo e insegnarlo. Ancora una volta fui fortunato ed incontrai un fantastico costruttore italiano di bansuri, Lorenzo Squillari. Non avrei mai immaginato che la stessa persona sarebbe anche diventata la mia via di accesso al mondo musicale indiano e che pochi mesi dopo mi avrebbe fatto conoscere, nel primo di molti altri incontri, lo stesso flautista che avevo sentito suonare la prima volta il bansuri, il Pandit Hariprasad Chaurasia, il più celebre flautista indiano dei nostri tempi. Lorenzo divenne il mio Maestro. Per trent’anni era stato allievo di uno dei più grandi musicisti indiani di tutti i tempi, l’Ustād Ali Akbar Khan, colui che assieme a Ravi Shankar aveva fatto conoscere la musica indostana in Occidente.

Con il tempo Lorenzo, che non ringrazierò mai abbastanza, mi introdusse non soltanto al suono e alla tecnica di questo strumento, ma soprattutto alla vastità del pensiero musicale indiano e alla conoscenza del repertorio della Senia Maihar Gharana. Lentamente mi appassionai alla forma musicale classica del Rāga, per me completamente nuova, ma dalle antichissime radici, in cui il lavoro sull’emozione e sull’improvvisazione giocano un ruolo fondamentale. Uno degli insegnamenti più importanti che Lorenzo mi diede fu il farmi capire da subito con quanta umiltà e sincerità ci si deve avvicinare alla Musica, consapevoli di dover fare tutto quanto ci è possibile per diventare noi stessi strumenti adatti a veicolarla. Capii che questo nuovo sguardo sul Suono e sul modo di utilizzarlo apriva nuove strade al mio pensiero, come nell’approccio alla musica che già conoscevo, ma naturalmente anche nella mia vita e nel mio rapporto con le altre persone.

Angelo Sorato, docente di flauto bansuri presso Hanuman. La Scuola di Musica e Danza Indiana

Dopo aver studiato con Lorenzo per alcuni anni, incontrai altri maestri che aiutarono la mia formazione. Tra questi voglio ricordare in particolare Amelia Cuni per il canto, e per il bansuri, oltre al già citato Hariprasad Chaurasia, il suo allievo Vivek Sonar.

Oggi cerco di dare il mio contributo nella diffusione di questa forma di pensiero musicale, convinto che la conoscenza di altre culture e di altri generi musicali non sia altro che un processo per liberare completamente la nostra creatività e farci diventare persone sempre più consapevoli.

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