Una domenica particolare sotto ogni punto di vista. Nonostante le ricorrenti restrizioni socio-sanitarie, la scelta di condivisione è stato ancora il punto di forza dell’associazione. Hanuman ancora una volta è diventato il ritrovo per conoscere da vicino e in modo ‘colloquiale’ la Musica e la Danza indiana come bene comune e come condivisione realmente aperta e inclusiva. Dalle prime esibizioni strumentali degli insegnanti con gli allievi alle dimostrazioni di danza, la Sala della Musica del Centro ‘Qui e Ora’ si è trasformata in un teatro aperto dove gli spettatori e i performer hanno potuto unirsi e individuare da vicino le diverse forme artistiche del patrimonio di conoscenza dell’arte musicale-vocale e della danza indiana. Sono stati raccolte dopo l’evento delle interviste ad alcuni degli insegnanti che hanno partecipato all’open.
Siedo al mio Sitar senza sapere cosa mi suggerirà a breve. Ho nel cuore l’esperienza mistica di avere ascoltato Ustad Vilayat Khan rendere la sua storia del Viaggio nel Raga Bilaskhani Todi. E così ritorno a quel viaggio e tento di raccontarlo una mattina di Ottobre 2020 nelle nuova sede della scuola Hanuman. Di solito il Sitar è accompagnato dal suono del tanpura. Mi viene chiesto se lo desidero e rispondo “no, non serve, per questo viaggio il Sitar cammina da solo”. E lui, il mio fedele compagno e maestro fatto di legno e metallo inizia il suo canto. Komal Re e Ga e Dha formano un triangolo potente e misterioso e iniziano a narrare il ricordo di quella nostalgia del Divino che ci attraversa mentre entriamo dentro di noi, dentro Tamo e Rajo Guna, dentro i nostri Cakra una mattina silenziosa di Ottobre, mentre la Natura si veste di giallo e rosso e le giovani donne vestono il color zafferano. [A.Ferigo]
Ho presentato il corso di Odissi e danza indiana contemporanea, una proposta formativa all’interno del progetto Angikam, percorso di esplorazione delle arti performative indiane. Ho illustrato le caratteristiche salienti della danza Odissi, fornendo elementi necessari per l’identificazione di questo stile che costituirà la tecnica principale di studio del suo corso. Accanto ad essa, ho dimostrato alcune posizioni di base del Kalaripayattu, altra disciplina marziale che verrà introdotta nel percorso come materiale di ispirazione per la formulazione del linguaggio coreutico contemporaneo. [S.Penzo]
In questa occasione di condivisione ho suonato con Maurizio Murdocca un raga del mattino Nat Bhairav, alap e gat in tintal. E’ un raga mattutino che evoca la leggerezza e la bellezza incantevole degli ambienti naturali. Nella resa del raga durante la calma della natura mattutina si percepisce una ‘gravità filosofica’ che sembra intrecciarsi con i sensi sottili degli esseri umani. Come suggerisce il nome, questo raga è una miscela di raga Nat e raga Bhairav. La bellezza della natura è ampia, vasta… così è la melodia di Nat Bhairav, che suggerisce beatitudine dove ci si può abbandonare alla ricerca del vero senso della vita. Il raga diffonde serenità e leggerezza ma anche una eroica esuberanza.
Un evento unico, un laboratorio dove ha partecipato l’allievo Enrico Falbo con una grande protagonista del canto e del violino indiano: l’insegnate e musicista Mano Manjari, che accompagnata dall’insegnante di tabla Maurizio Murdocca ha presentato una performance di violino in stile indiano e canto. Dr. Pv Mano Manjarie ha ottenuto i più alti riconoscimenti alla Banaras Hindu University , Varanasi , India nel 1994. Allieva della famosa e stimata violinista indiana Prof. Mrs. N. Rajam; al Bhathkande College of Music Lucknow, India nel 1991 e nel 2018 ha conseguito il dottorato presso University of Madras , Chepauk, Chennai.
Maurizio Murdocca oltre aver accompagnato le diverse proposte musicali dei colleghi ha svolto una presentazione storica e tecnica dello strumento, i diversi stili esecutivi che esprimono la varietà immaginativa e alcuni aspetti del linguaggio.
Nell’ultima parte del mattino la danzatrice e docente Marianna Biadene ha presentato i corsi di teatro-danza bharatanatyam e il nuovo corso Natya dedicato alle tradizioni performative dell’India . Marianna ha interpretato alcune coreografie di repertorio di danza bharatanatyam, introducendo ciascun brano con una breve presentazione per avvicinare il pubblico ai temi e ai contenuti poetici codificati nel linguaggio espressivo della danza. A concludere la performance un gruppo di allievi hanno presentato un brano dedicato a Shiva Nataraja. Dopo la dimostrazione Marianna ha illustrato il programma del nuovo corso Natya, che prevede un ciclo di incontri culturali e di approfondimento sulle arti sceniche indiane. Il percorso è rivolto a tutti coloro che nutrono un interesse per l’India e in particolare per le sue forme artistiche e spirituali.