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Ravi Shankar. Tana Mana. La Mente psichedelica e il Corpo musicale

(c)&(P) Private Music 1987

“(…) Era il 1994 e stavo cercando tante cose che mi aiutassero a capire cosa ci ero venuto a fare su questo Pianeta; inoltre mi ritenevo insoddisfatto musicalmente dalla mia ricerca svolta fino a a quel momento. Nell’autunno di quell’anno arrivarono delle risposte importanti. Dal punto di vista musicale un album che ha influenzato la mia ricerca futura è stato sicuramente TANA MANA  di Ravi Shankar. Tana Mana è un album in origine attribuito al “Progetto Ravi Shankar” e pubblicato nel 1987. L’album è un lavoro sperimentale che mescola la strumentazione tradizionale con la musica elettronica degli anni ’80 e la tecnologia di campionamento. Shankar registrò gran parte di Tana Mana nel 1983 con l’innovatore degli effetti sonori Frank Serafine, ma rimase inedito fino a quando Peter Baumann, capo dell’etichetta discografica New Age Private Music, si unì al progetto. Il titolo dell’album si traduce in “corpo e mente”. Oltre al  Sitar Ravi Shankar suona il sintetizzatore durante la registrazione. L’album include anche contributi di Lakshmi Shankar, Aashish Khan e Kumar Bose e musicisti occidentali come George Harrison, Al Kooper e Ray Cooper. Atmosfere oniriche e lampi psichedelici attraversano tutto l’album. Il sitar non smette di cantare anche quando dialoga con il basso del sintetizzatore. La suddivisione ritmica dei tala indiani è portata dentro composizioni non classiche indostane e vi è una ricerca primordiale di andare verso un nuovo linguaggio musicale che tenga conto delle tradizioni occidentali e indiane [A cura di Andrea Ferigo, Hanuman. La Scuola di Musica e Danza Indiana].

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