Dal retro di copertina del vinile FARN1097, secondo codice d’archivio ARN33429: “Uma Sharma. La Danza di Kathak” stampato nel 1981 (prima e unica edizione) da Arion per la collana “Universo Folklore” diretta daAriane Sègal in esclusiva per l’Italia.

II Festival delle Arti Tradizionali creato nel 1974 da Chérif Khaznadar, direttore della Casa della Cultura di Rennes ha lo scopo di raggruppare in un periodo molto breve (da dodici a quindici giorni) un certo numero di artisti professionisti e non professionisti, praticanti forme (musiche, canti, danze, teatri, racconti, marionette, ombre, arti plastiche) nate dalle culture dell’intero mondo.
Queste espressioni, simboli d’una identità culturale profondamente radicata nella vita quotidiana dei suoi rappresentanti divengono la pedana per una riflessione sulla cultura in generale, e la formulazione dell’autenticità individuale o collettiva d’un patrimonio. E in questo senso che, ogni anno, le centinaia d’ore, passate in una ricca ebollizione di visioni, di suoni, d’idee e di confronti, prendono un significato di rivalorizzazione. Specchio del presente, con le radici affondate nel passato, il Festival delle Arti Tradizionali diventa per i popoli che cercano, la visione, nel tempo stesso, multipla e particolare d’ogni futuro.
[Françoise Gründ, Direttrice Artistica del Festival delle Arti Tradizionali dal 1974 al 1982]

Il giorno in cui Krishna vide Radha per la prima volta, le domandò:
Estratto dalla leggenda di Radha Krishna (Surdas)
«Bella signora, chi sei tu? Dov’è la tua casa? Di chi sei figlia? Tu, che non ho mai visto sulla strada di Braj?»
E Radha rispose:
«Perché dovrei andare verso Braj? È nel mio villaggio che ho tutti i miei giochi nella mia casa sulla soglia della mia porta. Ho inteso dire che il figlio di Nand se ne va per le strade e non smette di rubare il burro e il miele di tutti quelli che incontra ».
« O fanciulla, se fossi un ladro tutto il mio bottino, lo depositerei davanti a te! Vieni ora, perchè giochiamo insieme ».
In origine, il Kathak, nel tempio, costituisce una specie di pantomina destinata ad accompagnare la recitazione dei «Kathaks», cantastorie professionali, specialisti della mitologia indiana. La parola Kathak è derivata da Katha: l’arte del cantastorie. La danza e il canto, crescono in importanza durante la trasformazione della devozione dei fedeli in autentica estasi mistica. La danza prende allora una forma fissa e si introduce alla corte dei Rajas. La maggior parte dei temi del Kathak è incentrata attorno a Radha e a Krishna (simbolo dell’essenza divina e della universalità dell’anima). Questi temi, sviluppati da questa danza mimetica, fanno del Kathak una specie di dramma danzato. Durante il periodo mongolo il, Kathak continuò a svilupparsi all’interno dei palazzi, introdotto di volta in volta dai sovrani musulmani e indù. I danzatori di Kathak influenzati dalla cultura venuta dalla Persia, introdussero a loro volta, nella cultura che rifluisce verso l’occidente, dei movimenti di Kathak. È in quest’epoca che il Kathak raggiunge il suo più alto grado di stilizzazione e le sue qualità più vive, così come tutte le sfumature emotive della danza. La danza Kathak si caratterizza per le sue brillanti variazioni ritmiche, intramezzate da pause tanto improvvise quanto drammatiche. È qui che interviene il significato del battito dei piedi, considerato come l’elemento più caratteristico del Kathak di oggi (secondo molte teorie, il Kathak sarebbe all’origine del flamenco). II Kathak (al contrario delle altre danze dell’India: Bharata, Natyam, Odissi, ecc.) si basa su movimenti naturali e non è codificato in « mudras ». I suoi atteggiamenti sono più vivi che scultorei. Se è diventato una danza classica, si richiama sempre al genio impulsivo dei danzatori.
Danza Uma Sharma, Canto Bashir Ahmed Tabla Tulsi Narayan Violino Ishrah Allaudin Viola Satya Dev Pawrav

LATO A
KATHAK NATVARI NRITYA Una danza descrittiva della femminilità, rappresentata dalle qualità della grazia, del fascino e dei delicati movimenti. Di stile astratto, questa danza rispecchia il lirismo del Kathak. Il brano comincia con un « thaat » nel quale la danzatrice prende la posa tipica della danza. Ella comincia poco a poco a muovere le sopraciglia, il collo e i pugni, su un ritmo che poco a poco tutto il corpo segue.
PANCHAVATI VARNA Un episodio del Ramanaya. Rama, Sita e Lakoshamana sono esiliati nella foresta. Rawana, il re-demone, invia sua sorella Surpanakha per sedurre Rama sotto la forma di una bella giovane donna. Lakshalata irritato per gli approcci, taglia il naso della giovane donna che riprende la sua forma primitiva di demone. In quel momento Rawana fa sorgere dal bosco un cervo d’oro per incantare Sita; conquistata dalla bellezza dell’animale, Sita implora Rama di catturarlo per lei. Rama si lancia all’inseguimento del cervo.
LATO B
LA LEGGENDA DI RADHA-KRISHNA La leggenda di Radha-Krishna è il simbolo dell’amore divino contenuto in ogni creatura umana. Krishna incontra Radha per la prima volta sulle rive del fiume Jamuna e viene sedotto dalla sua bellezza. Ella finge indifferenza e prende in giro la sua debolezza per le pastorelle. Ma il reciproco fascino opera, ad onta di queste sottili finzioni erotiche. Il testo del raga è del grande poeta indiano Surdas.
KAKATHAK DELLA CORTE DEI RE Alla corte dei re di Qudh, essi stessi musicisti, vigeva l’abitudine di celebrare, grazie a delle lodi poetiche, i danzatori e i loro mecenati regali. Il danzatore comincia con il Salam (seguito di saluti formali) e continua con gli Spins (piroette e acrobazie basate sulla virtuosità). I suoi bruschi cambiamenti ritmici e il battito dei piedi, rispondono alle percussioni dei tabla-s. È questa complementarietà ritmica che caratterizza in gran parte il Kathak. La giovane e valente Uma Sharma è considerata nel suo paese come una delle migliori danzatrici di Kathak. Educata dai più grandi maestri della forma (Pandit
Sunder Prasad, Shri Shambhu Maharaj e Shri Biriu Maharaj) Uma Sharma si è impossessata dello stile delle due grandi scuole Kathak: Jaipur e Lucknow.
II suo ‘merito consiste non solo nel far conoscere il Kathak fuori dalle frontiere dell’India, ma anche a fondare a Delhi una scuola di musicisti e di danzatori per la sopravvivenza e la vita della tradizione. [Françoise Gründ]